“Là ‘ve il vocabol suo diventa vano / arriva’ io forato nella gola”: riprese e rielaborazioni dantesche nella poesia di Mario Luzi
DOI:
https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i27p25-42Parole chiave:
Luzi, Dante, PurgatorioAbstract
Il poeta Mario Luzi (1914-2005) si è confrontato con la poesia di Dante sin dagli esordi della sua attività letteraria, tanto che nel tempo i suoi versi hanno assunto il carattere di un moderno viaggio dantesco, pieno d’incertezze, dubbi, inganni. Luzi è rimasto profondamente affascinato sia dalla mens poetica dell’Alighieri, che riesce a tenere insieme le molteplici esperienze della casistica umana, sia dall’“unità dell’idea”: un’unità che era anche fede, teologia, e un’idea che si scinde in tanti personaggi, in un io che, pur materializzandosi in tante persone, rimane comunque se stesso. Attraverso alcuni esempi intertestuali, il presente studio cerca di dimostrare in che modo le riprese e le rielaborazioni dantesche dei versi della Commedia testimonino di una presenza continua dell’opera di Dante nelle raccolte di Luzi, a volte in maniera più esplicita, a volte invece in modo più velato. La cantica di riferimento risulta il Purgatorio, l’unica in cui vige il tempo, e quindi quella che rappresenta la condizione umana, che è un’esperienza di dolore e di risarcimento possibile compiuta in corpore vivi. Il concetto di poema “in atto”, “in azione”, qual è per Luzi la Commedia, corrisponde anche al suo sentire, alla sua poetica, tanto da diventare testo a cui fare appello continuamente, e soprattutto nei momenti di trasformazione della sua scritturaDownloads
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Pubblicato
06-06-2014
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Não definida
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Come citare
Toppan, L. (2014). “Là ‘ve il vocabol suo diventa vano / arriva’ io forato nella gola”: riprese e rielaborazioni dantesche nella poesia di Mario Luzi. Revista De Italianística, 27, 25-42. https://doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i27p25-42