Traduzioni “baiane” di Dante: sovversioni tropicali

Abstract

Questo testo si occupa di analizzare traduzioni di Dante realizzate da due intellettuali brasiliani alla fine del XIX secolo. Ciò che viene ridefinita, grazie a Bahia, terra di nascita dei due traduttori, è l’immagine di Dante in Brasile. Nel 1843, il medico italiano Luiz Vicente de Simoni curò l’antologia, in italiano e portoghese, dal titolo Ramalhete do Parnaso Italiano, tesa a celebrare il matrimonio tra Don Pedro II e Teresa Cristina di Borbone-Due Sicilie, attraverso la traduzione di alcuni canti di Dante in portoghese. Alcuni anni prima altri intellettuali brasiliani avevano proposto un'immagine di Dante secondo una prospettiva differente. Gonçalves de Magalhães, nel 1836, pubblicò Episódio da infernal Comédia ou ou Da Minha Viagem ao Inferno, una satira del Brasile della su epoca. L’anno successivo, invece, João Manuel Pereira da Silva definì Dante un “repubblicano illustre”. Decenni dopo, saranno due baiani, José Pedro Xavier Pinheiro e Barão da Vila da Barra, a tradurre integralmente la Divina Commedia in Brasile. Analizzando a partire dalla questione della schiavitù, si può dire che, a Bahia troviamo un nuovo modo di guardare a Dante in Brasile: non celebrativo, ma critico nei confronti del potere.